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Fauna selvatica, dalla politica «un silenzio assordante»

La Redazione
Cinghiali a spasso sulla provinciale 89
Lo dice il presidente di Coldiretti Puglia Cantele dopo l'ennesimo rinvio del ddl in Commissione regionale per l'assenza dell'Assessorato all'Agricoltura che doveva discutere i suoi stessi emendamenti
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«Un silenzio assordante della politica quello che stiamo registrando sul problema annoso della fauna selvatica in Puglia – dice il presidente regionale di Coldiretti Gianni Cantele – rappresentato dall’ennesimo rinvio nelle commissioni congiunte II e IV dell’esame del ddl per l’assenza dell’Assessorato all’Agricoltura che doveva discutere dei suoi stessi emendamenti. Il fenomeno della proliferazione dei cinghiali è divenuto gravissimo e interessa l’intera zona della Murgia e le aree rurali a valle della Murgia stessa, soprattutto i comuni di Andria, Corato, Altamura, Spinazzola, Minervino, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Gravina e ampi areali a Noci e Putignano, dove è denunciata la presenza dei lupi, a Bari e Bitonto. Inaccettabili i tempi biblici con cui viene affrontato dalla politica il delicato tema della fauna selvatica che mette a repentaglio l’incolumità pubblica e arreca danni al settore agricolo». Gli imprenditori vivono infatti uno stato di malessere che cresce in misura esponenziale e la preoccupazione aumenta se si considera la capacità di adattamento di cinghiali e lupi ai cambiamenti ambientali, dato che sono comparsi anche in aeree da cui risultavano assenti da anni e stanno mettendo a rischio il lavoro e la stessa presenza degli agricoltori.

«In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica. I cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati – denuncia Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari a oltre 11 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali».

Gli imprenditori, ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando inoltre con sempre maggiore frequenza i danni provocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe e in prossimità dei centri abitati.

Nel giro di dieci anni cinghiali e lupi sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti, come testimoniato dai frequenti incidenti stradali, anche con feriti gravi. I numeri la dicono lunga sulla necessità di innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone.

mercoledì 28 Marzo 2018

(modifica il 27 Giugno 2022, 17:40)

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