Cultura

In esclusiva la Prima del Magnificat

La Redazione
Magnificat
Il concerto si terrà domenica 27 maggio alle ore 19,00 nella chiesa di San Domenico in Altamura.
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Una storia di musica e fede che sa dell’incredibile. Capita che per caso tutto ritorna all’attenzione del grande pubblico, anche in ambito musicale. E’ il destino di molti compositori del ‘700 che riscossero un buon successo in tempi in cui operavano i sommi Bellini, Donizetti e Verdi e caddero poi completamente nell’oblio e di molti si è persa la traccia. E’ quanto è accaduto al grande maestro Giuseppe Pedota.

“Il suo nome è tra i compositori minori o dimenticati del panorama musicale altamurano del’ 700 rimasti decisamente nella penombra. Capita a volte anche agli occhi di un pubblico bene informato” – ha dichiarato la professoressa Nietta Simone, docente di Musica. Nel Duomo di Orvieto esiste una lastra marmorea con su scritto “Giuseppe Pedota di Altamura …” e poi una frase in sua memoria fatta incidere dall’allievo Giuseppe Frezzolini, che diventerà un grande cantante di opere liriche. “Probabilmente aveva sentito parlare spesso il maestro della sua amata Altamura tanto da volerlo precisare nell’epitaffio”– ha spiegato la professoressa Simone che nel 2016 inizia con il suo Lions Club Altamura Jesce Murex, coinvolgendo i Lions Club di Orvieto, un percorso di ricerca difficile e articolato, proprio sulle tracce di Giuseppe Pedota, nei luoghi simboli del maestro settecentesco a cominciare dall’Opera del Duomo di Orvieto, nel cui archivio sono stati ritrovati e visionati ben 170 manoscritti di musica sacra, sorprendentemente del tutto inediti, anche quelli scritti quando frequentava il Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli, dove all’età di 18 anni ebbe l’incarico di mastricello, per poi trasferirsi a 24 anni ad Orvieto superando l’ambito concorso di maestro di cappella del Duomo di Orvieto, dal 1778 e per circa cinquant’anni; qui sposando una nobile donna, la contessa Margherita Ravizza, aveva modificato il suo cognome eliminando l’articolo “Lo” davanti a Pedota e creatosi uno stemma con il simbolo del clavicembalo sovrastante un piede nudo di belle proporzioni, affiancato dalle lettere G.P. delle sue iniziali. La città di Orvieto gli conferì la cittadinanza onoraria e una strada a lui intitolata.

Dopo aver raccolto queste ed altre numerose informazioni, la vera soddisfazione per i Lions Altamura Jesce-Murex è stata quella di vedersi accettare la trascrizione commissionata al maestro del Duomo di Orvieto, Nello Catarcia, del manoscritto dell’opera sacra Magnificat (1790) e la relativa pubblicazione. Come pure, in via del tutto eccezionale, ricevere in dono dall’Opera del Duomo di Orvieto una fotoriproduzione della partitura originale del Magnificat e renderla fruibile sul nostro territorio e onorare la memoria del Pedota, anche nella sua città natale, che sarà esposta, con copyright sulle immagini, nei musei di Altamura, MUDIMA e ABMC.

Ma quello che più inorgoglisce è che domenica 27 maggio alle ore 19.00 nel suggestivo scenario della chiesa di San Domenico in Altamura si potrà assistere alla prima assoluta dell’opera sacra del Magnificat, diretta magistralmente dal maestro Luciano Ancona e meravigliosamente eseguita dal coro di 45 elementi e da 8 strumentisti, che la rendono ancora più sublime di quanto non lo sia già.

“La bellezza di tale capolavoro, di coro e orchestra d’archi, è un trionfo di emozioni e sensazioni, che racchiude in sé la meraviglia dell’arte e delle spiritualità vista con gli occhi del nostro concittadino” – ha confessato la professoressa Simone che guiderà il pubblico alla scoperta dell’opera nell’inscindibile binomio tra musica e fede. Durante la serata sarà presentata, superando la lacunosità delle informazioni, una biografia romanzata del maestro dimenticato, scritta dalla pofessoressa Lucia Cirrottola e raccontata dal noto attore Marcello Vitale.

Prima del Concerto-evento sarà siglato il Patto Di Amicizia, tra i clubs Lions di Altamura Jesce-Murex e Orvieto alla presenza dei presidenti Renzo Marziantonio e Giovanni Marvulli, delle Autorità Lionistiche distrettuali, nazionali e dei soci dei clubs.

“Il gemellaggio nasce nell’interesse comune del compositore Pedota e dalle finalità lionistiche che promuovono la partecipazione attiva al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità. Vogliamo che questa serata, seppur magica e irripetibile, non rimanga fine a stessa” – ha dichiarato il presidente del Lions Club Altamura Jesce-Murex dottor Giovanni Marvulli – “ma possa essere il preludio per nuovi approfondimenti e riscoperte delle nostre origini storiche che, incentivando la cultura e la conoscenza, possano rendere omaggio alla memoria musicale della nostra città e dei cittadini che l’hanno resa grande”. Non vi è dubbio, è una occasione imperdibile che restituisce il tempo alle melodie dimenticate. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

Giuseppe Pedota – Profilo Biografico

Giuseppe Fabrizio Leonardo Tommaso LoPedota nacque da modesta famiglia ad Altamura alle ore 21,00, il 5 maggio 1754 da Giovanni Lopedota e Teresa Santeramo. Studiò presso il Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli, dove all’età di 18 anni ebbe l’incarico di mastricello, insegnava musica ai giovanissimi allievi del Conservatorio. Aveva 24 anni quando si trasferì ad Orvieto con nomina di Maestro di Cappella del Duomo (1^ giugno 1778) superando il Concorso ambito da tanti altri giovani musicisti, dove serio e pio, immerso solo nella musica sacra fino a 50 anni. Nel 1806 convolò a nozze con la contessa Margherita Ravizza con la quale visse in via del Cimbalo, oggi via Pedota, traversa via Maitani, sino all’avvenuta dipartita della moglie nel 1823. Sul portone della palazzina a due piani, il Pedota volle darsi uno stemma parlante, un blasone raffigurante un clavicembalo sovrastante un piede nudo di belle proporzioni, affiancato dalle lettere G.P., le sue iniziali. La città di Orvieto gli conferì la cittadinanza onoraria, ma del concittadino compositore, purtroppo, non vi è nessuna effige o una benché minima descrizione fisica, si dice che si ostinasse a portare il codino, anche se non più di moda, fino a morte avvenuta il 16 dicembre del 1831 all’età di 77 anni. Lascia le sue 170 opere sacre, con disposizione testamentaria all’Archivio dell’Opera del Duomo di Orvieto, dove sono ancora oggi custodite. Da menzionare Il Trionfo della Fede, il Miracolo del SS. Corporale di Orvieto, Breve cantata a due voci (composta per il Papa Pio VI e dedicata sul frontespizio a Madame Ravizza), brani per la Settimana Santa, per la Notte di Natale, 15 MESSE, Ave Maria e Inni.

sabato 26 Maggio 2018

(modifica il 27 Giugno 2022, 17:31)

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