In collaborazione con Regime-forfettario.it

Ravvedimento operoso INPS: cos’è e come si calcola

Donatella Lauriero
Ravvedimento operoso INPS: cos'è e come si calcola
Chi ha la partita IVA per un’attività commerciale, per la propria libera professione oppure per lavorare come freelance tra le voci di spesa deve considerare: i contributi INPS
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Chi ha la partita IVA per un’attività commerciale, per la propria libera professione oppure per lavorare come freelance tra le voci di spesa deve considerare: i contributi INPS.

I contributi INPS rappresentano, infatti, una delle voci principali nella categoria delle uscite dei titolari di partita iva e spesso è molto complicato riuscire a versarli entro le scadenze.

Purtroppo, non provvedere in tempo al pagamento dei contributi previdenziali può avere conseguenze pesanti, come conferma anche questo approfondimento di regime-forfettario.it.

Vediamo nel dettaglio, dunque, a quanto ammontano le sanzioni per il ravvedimento operoso in caso di mancato pagamento dei contributi INPS.

Sanzioni e ravvedimento operoso contributi INPS

L’importo degli interessi e delle sanzioni che si devono calcolare nel momento in cui si vuole fare il ravvedimento operoso dei contribuiti INPS dipendono da diversi fattori.

Tra questi fattori uno dei più rilevanti è quello delle tempistiche che passano dalla scadenza al momento del ravvedimento.

Se si sceglie di effettuare il pagamento entro soli 14 giorni dalla data di scadenza la sanzione è pari allo 0,2% per ogni giorno di ritardo.

In caso di pagamento entro i 30 giorni dalla scadenza, allora la sanzione è pari al 3% sul pagamento complessivo.

In caso di pagamento oltre i 30 giorni dalla scadenza si richiede invece una sanzione maggiore che è pari al 3,75% sull’ammontare complessivo dei contributi.

Gli interessi che saranno dovuti complessivamente sul mancato pagamento sono pari al 2,5%.

La regolarizzazione della propria posizione deve avvenire applicando la giusta sanzione, calcolando in modo corretto l’importo degli interessi e delle sanzioni applicate alla somma iniziale prevista per il versamento dei contributi.

Non si deve confondere la regolarizzazione dei pagamenti con il ravvedimento operoso. Infatti, a differenza di altre tasse e importi che si possono andare a colmare con un ravvedimento, non è possibile sanare i mancati pagamenti dei contributi INPS compresi quelli della gestione separata, attraverso il ravvedimento operoso.

I contribuiti previdenziali obbligatori proprio per questo motivo dovrebbero essere versati sempre entro i termini con le modalità definite dalla legge.

Cosa succede quando non si pagano i contribuiti previdenziali?

Quando non si pagano i contributi previdenziali e si va a generare un’inadempienza è necessario considerare il pagamento di diverse sanzioni.

Nel dettaglio le sanzioni possono essere: civili, amministrative e anche penali. In particolar modo, le sanzioni civili in caso di inadempimento delle obbligazioni a livello contributivo, hanno la funzione di rafforzare l’obbligo e di risarcire il danno subito dagli enti per il mancato pagamento dei contributi in modo tempestivo.

Relativamente alle sanzioni civile queste si concretizzano nel momento in cui si determina un’omissione dei contributi e un reato di evasione.

Infatti, in caso di evasione e omissione dei contributi dovuti mensilmente o periodicamente si applica il regime sanzionatorio previsto dall’articolo 116 comma 8 legge 23/12/200 n. 388.

La sanzione in questo caso non può superare il 40% dell’importo dei contributi complessivi dovuti allo Stato, compresi anche gli interessi di mora applicati.

Pagamento dei contributi con l’avviso bonario

In caso di omissione dei contributi INPS o mancato pagamento nei tempi previsti dalla legge è possibile anche corrisponderli al momento dell’invio di un avviso bonario. In questo caso se la posizione non è regolarizzata nei termini indicati dall’avviso bonario c’è il rischio di una riscossione coattiva.

La riscossione coattiva avviene nel momento in cui non si pagano i contributi nemmeno dopo aver ricevuto l’avviso bonario.

In caso di riscossione coattiva si rischia di incorrere non solo in sanzioni ma anche in un pignoramento dell’automobile oppure in un pignoramento presso terzi.

In quest’ultimo caso si potrebbe rischiare dunque, un pignoramento del conto corrente per l’importo che si dovrebbe corrispondere per il pagamento dei contribuiti INPS.

giovedì 12 Gennaio 2023

(modifica il 12 Marzo 2024, 12:52)

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