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Come eliminare la preoccupazione

La Redazione
Come eliminare la preoccupazione.
Smettere di preoccuparsi è facile, bisogna solo lavorare su se stessi.
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Essere dipendenti dalla preoccupazione è diventato un vero male cronico della società odierna, sempre frenetica, impaziente e instabile.

Frasi del tipo “aspettati il peggio” o “al peggio non c’è mai fine” o ancora “aspettati il peggio e spera per il meglio” sono frequenti nelle conversazioni quotidiane tra colleghi, tra generazioni, tra amici e parenti, perché viviamo tutti un costante senso di inadeguatezza e di insoddisfazione intrinsecamente legato agli avvenimenti politici, sociali ed economici propri e storici del nostro Paese.

Alla base di questa sovrastruttura che domina il pensiero comune c’è la credenza tipica dell’essere umano di poter controllare tutte le cose che possono accadere, non solo aspettando che il peggio sia in arrivo ma addirittura preparandosi ai più terribili scenari, come se questo facesse sentire al riparo dalle sensazioni di dolore o dispiacere che certi avvenimenti portano con sé. La conseguenza è il continuo stato di preoccupazione cronico che attanaglia il genere umano.

È possibile difendersi dagli avvenimenti dolorosi in arrivo?

Il pensare sempre e comunque al peggio, fa sembrare la vita, una trappola gigantesca che può scoppiare da un momento all’altro e l’unico modo per non farsi troppo male sembra essere quello di difendersi da essa, preoccupandosi.

Le domande classiche di un preoccupato cronico sono “E se perdessi il lavoro?” “E se non riesco a trovare un altro lavoro?” “E se non riuscissi a pagare il mutuo o l’affitto? ’”,“Come farei se lei / lui mi lasciasse?” “Cosa succederebbe se lui / lei / loro morissero?”

La risposta a tutte queste domande sembra essere solo una: “pensa che ciò che stai immaginando succederà veramente, così ti preparerai alla sofferenza quando questa arriverà”.

La cattiva notizia è questa: sì purtroppo le cose che state immaginando potrebbero con molta probabilità accadere veramente. Questo perché eventi dolorosi succedono a tutti, in tutto il mondo, tutti i giorni. Fa parte della vita ed è normale, purtroppo. Tutti noi abbiamo avuto il cuore a pezzi una volta o più nella vita, a molti di noi è capitato di perdere il lavoro e di avere difficoltà a trovarne un altro. Se guardate indietro negli anni vi accorgerete che la vostra situazione economica durante l’arco della vita vissuta, non è stata sempre la stessa: avrete avuto momenti più fiorenti e altri più difficili.

Sicuramente trovarsi in condizioni difficili non sarà stato affatto divertente ma siamo qui, siamo sopravvissuti e ne possiamo parlare.

Ma il pensiero cronico diventa fuorviante. La preoccupazione è: soffrire oggi per qualcosa che forse succederà domani.

Cos’è in realtà la preoccupazione? E’ vivere in uno stato di sofferenza e disagio per delle cose che ancora non sono accadute. Preoccuparsi significa porre l’attenzione verso qualcosa che non si è ancora materializzato, che non è reale.

Allora perché lo facciamo? Lo facciamo perché abbiamo la sensazione di proteggere noi stessi da qualcosa che sembra inevitabile, ineluttabile.

Ma se davvero è inevitabile, che senso ha preoccuparsene?

Le soluzioni arrivano dalla storia e dai principi filosofici che muovono le scienze moderne.

Nel 500 a.c. Eraclito diceva “Panta rei” ovvero “tutto scorre”. Basta guardare la natura per renderci conto che niente rimane per sempre uguale a sé stesso. Uno dei primi concetti che abbiamo appreso a scuola è il principio di Lavoisier, un chimico nato nel 1700, il quale sentenziò che “ gli elementi (l’Essere), non si creano, non si distruggono ma si trasformano”.

Prendiamo il classico esempio dell’acqua. Se portiamo l’acqua a 100°, essa va in ebollizione e dallo stato liquido passa allo stato gassoso trasformandosi in vapore acqueo. Se invece la mettiamo sotto 0° si solidifica e diventa ghiaccio.

Noi siamo esattamente come l’acqua, cambiamo se cambiano le circostanze in cui viviamo. Questo è un fatto che si basa su fondamenti scientifici. Sebbene passare da uno stato ad un altro possa essere traumatico o possa causare delle sofferenze, ha i suoi vantaggi, a ben guardare.

Vivrete sempre nello stesso posto? Molto probabilmente no. Avrete accanto sempre la stessa persona per tutta la vita? Forse si, forse no. Potreste rimanerci giorni, mesi, anni ma prima o poi la vita per uno dei due finirà. Avrete sempre la sicurezza economica? Non si sa. Tuttavia è successo a molte persone di cadere in disgrazia e poi rialzarsi, oppure al contrario di essere in condizioni di disagio e poi riuscire ad avere successo.

Tutte queste cose accadono a tutti, tutti i giorni, da sempre. E’ un dato di fatto. Ora, la domanda è: si può cambiare il corso degli eventi?

No! La risposta è che nessuno di noi ha questo potere, ma di certo avete tutti il potere di riuscire a smettere di preoccuparvi.

Ecco degli strumenti per controllare la preoccupazione:

  1. Se sentite che state iniziando a preoccuparvi, fermatevi
  2. Cercate di capire il motivo di questa sensazione
  3. Accettate le circostanze che vi fanno percepire il senso di preoccupazione
  4. Chiedete indicazioni e aiuto
  5. Siate aperti a tutte le possibilità
  6. Domandatevi ed esaminate bene il vostro sistema di convinzioni limitanti
  7. Fate un piano, scegliete in che direzione muovervi
  8. Ma soprattutto, prendetevi del tempo per guardare e imparare dalla Natura. Guardate come cambia e come ogni creatura vivente si adatta al cambiamento

L’atto di preoccuparsi deriva da una sensazione fisica e mentale di mancanza di prospettiva. Quindi in pratica, sentite di trovarvi in una situazione estremamente limitante e cercate di eliminarla creando una situazione ancora più limitante di quella reale. Va da sé che sebbene possa sembrare naturale, come processo non è esattamente logico. Per trascendere una situazione di limitazione occorre ampliare il campo e non restringerlo. Einstein diceva che “non si può risolvere un problema con lo stesso livello di coscienza che lo ha creato”.

Se ci stiamo preoccupando, stiamo usando lo stesso livello di coscienza che ha generato il problema.

Il simile attira il simile.

L’Universo è basato su alcune leggi che funzionano alla perfezione. Peccato che le usiamo male o al contrario. Se ricordassimo, ogni volta che ci stiamo preoccupando che ciò che pensiamo lo creiamo, sicuramente smetteremmo di preoccuparci. Noi siamo i creatori della nostra vita. Se proviamo rabbia, tristezza, frustrazione o sofferenza, la stiamo creando, la stiamo materializzando nella nostra vita. La legge di attrazione funziona e ci sono anche prove scientifiche che lo dimostrano. Alla luce di questa evidenza per risolvere un problema, la prima cosa da fare è identificare la causa. Il secondo passo è calmarsi e provare intanto ad accettare la situazione per quello che è. Successivamente possiamo chiedere l’aiuto di una guida. Ma chiedere aiuto non basta, bisogna anche accettare e voler farsi aiutare.

I migliori professionisti di life coaching, spiritual coaching, naturopatia e scienze olistiche di Phedros propongono diversi percorsi individuali e di gruppo in grado di risvegliare la vostra forza interiore e porre fine al persistente stato di preoccupazione.

Se vivete in un costante stato di preoccupazione, non state vivendo nel presente. State vivendo in un probabile futuro.

Siete voi i creatori della vostra vita!

Ricordate che siete sempre voi che ogni giorno create la vostra giornata, la vostra vita. Essere consapevoli ci rende liberi, poiché espande il nostro livello di coscienza. Le condizioni fisiche che sminuiscono la vita o la rendono grigia si smorzeranno grazie ad un approccio diverso. Questo accadrà quando imparerete che anche se le condizioni in cui vi trovate cambiano, potrete fluire in questo nuovo stato attraverso l’accettazione. Ogni conflitto cessa. La trasformazione avviene.

Quando il bruco “muore”, sappiamo che non lo fa veramente ma lascia semplicemente una forma per assumerne un’altra. Una delle più belle creature che i nostri occhi possano mai vedere: una farfalla. Uno splendido essere vivente che non solo può volare ma attraverso l’impollinazione da origine ad altre forme di vita.

La natura accetta il cambiamento, non solo lo accetta, ma lo sublima approfittando di ogni mutamento per migliorare sé stessa e tutti gli esseri che ne fanno parte, uomini compresi. Essa non si preoccupa di ciò che potrà accadere, semplicemente lascia che sia, lascia che accada.

Perciò impariamo dalla natura. Distacchiamoci da ciò che ci accade. Cerchiamo di essere grati e di lasciare andare ciò che non ci serve più.

Non possiamo veramente perdere nulla, poiché nulla ci appartiene. Le cose vanno e vengono, solo noi siamo eterno e se siamo consapevoli del valore che abbiamo, questo non morirà mai e ci apparterrà per sempre.

giovedì 4 Ottobre 2018

(modifica il 27 Giugno 2022, 17:10)

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