In ricordo del "gigante buono della Murgia"

Felice Lomurno, il vigile urbano dal cuore d’oro a 4 anni dalla sua dipartita

Il vigile urbano altamurano, Felice Lomurno
Un pilastro della comunità altamurana prematuramente scomparso durante la Pandemia e ricordato attraverso le parole del collega e amico Angelo Tragni, Commissario della Polizia Locale di Altamura.
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Il vigile urbano Felice Lomurno, un uomo che ha dedicato oltre trent’anni al servizio della comunità altamurana, incanalando la sua generosità, semplicità, umiltà e saggezza in ogni circostanza. La sua storia è una testimonianza di sacrificio, determinazione e amore per il proprio lavoro, la storia di un uomo che nonostante le sfide e le prove della vita, ha sempre mantenuto un animo gentile.

Lui aveva sempre una buona parola per tutti, oggi siamo noi a rendere omaggio a un uomo dal cuore d’oro, un professionista, un amico e un punto di riferimento della comunità altamurana. Che il ricordo di “Felix” continui a illuminare i cuori di coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino, e che il suo esempio di generosità e dedizione possa continuare a ispirare le future generazioni.

Il pensiero del collega e amico fraterno Angelo Tragni, Commissario della Polizia Locale di Altamura:

Era il 30 marzo del 2020, sembra già un’eternità ma non è così, sono semplicemente passati quattro anni. Si era in pieno periodo Covid, maledetto virus, lo tsunami pandemico si stava abbattendo sulle nostre vite allorquando giunse la notizia ferale della morte di Felice Lomurno, classe 1955, vigile urbano con esperienza ultra-trentennale all’interno del Corpo di Polizia Locale di Altamura in cui prestava servizio dal lontano 1986. Venne subito destinato alla viabilità: lì tutti, o quasi, fanno la gavetta poiché è risaputo che la strada è maestra di vita. Si incontra di tutto, dalla persona per bene, allo scapestrato, all’irascibile, al delinquente ma lui Felice, il gigante buono, sapeva comportarsi sempre con umiltà e serenità con tutti, individuando la soluzione migliore. Era semplice, umile e generoso, caratteristiche che lo hanno sempre contraddistinto: aveva una parola buona per tutti. Un omone con la barba, “Bud Spencer” era affettuosamente chiamato, sembrava un duro ma era di una bontà e semplicità unica che lo rendevano inimitabile, simpatico e cordiale. Dopo oltre venti anni per la strada, da vigile urbano appiedato, divenne motociclista. Vederlo in giro per la città sulla potente moto col giubbotto in pelle nera e la paletta infilata negli stivali era una sicurezza per tutti, temuto e rispettato. Amato dai colleghi a cui spiegava con dovizia di particolari e saggi consigli come intervenire nella rilevazione dei sinistri stradali, sempre prodigo di consigli e non geloso e avaro dei trucchi del suo mestiere che adorava. Riuscì con enormi sacrifici a conseguire il diploma da geometra che non era riuscito a raggiungere da giovane, poiché in famiglia c’era bisogno del suo apporto economico. Ottenne il diploma, fu un traguardo ambito, una gioia incredibile: fui il primo a sapere della sua promozione. “Angelo – mi disse con le lacrime agli occhi – sono stato promosso, ora sono geometra” . Che gioia, che soddisfazione. Il mio “padrino” si era diplomato. Ci abbracciammo come due fratelli, rimanemmo in silenzio per alcuni minuti. La mattina sulla moto a scorrazzare per la città a verbalizzare conducenti indisciplinati e maleducati e il pomeriggio, da alunno modello, a scuola ad apprendere il sapere che anni prima gli era stato negato. Tre anni di sacrifici e sudore ricompensati dalla caparbietà, dalla determinazione, alla grinta di un uomo buono, generoso dal cuore d’oro. C’era un rapporto speciale con lui, nel lontano 1994, dopo due anni di servizio con la fascia al braccio (allora non esistevano le casacche con la dicitura Polizia Locale usate ora dai neo assunti), finalmente ottenemmo la divisa e lui il primo giorno che la indossai, venne a casa a prendermi per accompagnarmi al vecchio Comando in Piazza Repubblica (dove adesso sono ubicati gli uffici tecnici). Era un tradizione all’interno del Corpo: il vigile anziano battezzava così l’ingresso del neo assunto. Ero contento, lui anche: iniziava così a cementarsi una amicizia che si è interrotta bruscamente solo quel maledetto 30 marzo del 2020. Lui ci teneva moltissimo a me, io ne ero orgoglioso. Quel 1° marzo del 2008 quando indossai per la prima volta la divisa da ufficiale con le stellette e i fregi scintillanti c’era sempre lui al mio fianco. Il mio primo giorno da tenente coll’amico vigile Felice “Bud Spencer”, il gigante buono era accanto a me. Qualche giorno prima mi aveva confidato “Angelo ci tengo a venirti a prendere di nuovo da casa”, ne fui così fiero. E così avvenne. Era diventato per la seconda volta il mio padrino.
Poi, la salute del gigante iniziò a scricchiolare, il cuore cominciò a lanciare segnali inequivocabili, ma lui sempre in prima linea con coraggio e abnegazione non se ne curò finché all’improvviso un infarto lo tenne per qualche mese lontano dal Comando, nonostante lui volesse tornare quanto prima. E difatti rientrò con la stessa grinta e determinazione, ma venne destinato dapprima alla centrale operativa e, poi lui che amava il contatto diretto con la gente all’ufficio relazioni col pubblico dove improvvisamente terminò la carriera un anno prima della meritata e agognata pensione che gli avrebbe permesso di coccolarsi la sua amata nipotina Rebecca, figlia del primogenito Nicola, valente sottufficiale dell’esercito italiano di cui era compiaciuto avesse il nome di suo padre, artigiano umile e bravo di questa terra. Il gigante buono non riuscì a realizzare questo sogno perché il 30 marzo 2020, un destino crudele e beffardo, lo portò via per sempre: moriva in un letto di terapia intensiva al Miulli di Acquaviva delle Fonti, dove era ricoverato da alcuni giorni. Quel maledetto virus che oramai si era incuneato dappertutto, anche nelle nostre menti, si era portato via il mio padrino “Felix” come affettuosamente per quasi trent’anni lo avevo chiamato. “Felix”, vigile urbano d’altri tempi, dal cuore d’oro se ne era andato via per sempre lasciandomi d’improvviso con tantissimi ricordi indelebili. Riposa in pace mio grande amico.

Angelo Tragni

sabato 30 Marzo 2024

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